{Pillo ricorda}

Milk-plus

Posted in Mangiare by pillos on febbraio 26, 2009

“Dovresti tenerlo così… ecco…”
“Ma perchè non si attacca al seno? Mia cugina mi ha detto che…”
“Quel biberon, tienilo più inclinato…”

Basta! Mi avete scatafasciato le scatole!
Nonne, cugini, amici, vicine, la cassiera del supermercato… tutti hanno da dire qualcosa, li ho sentiti petulare i più svariati consigli su come mettere, fare, tenere, succhiare, scaldare, mischiare, bere il latte.
Ma io lo voglio semplicemente a modo mio!


Sono tutti esperti, dalla prozia zitella al postino. E anche gli esperti “vestiti” sono ancora più esperti del solito, medici e infermieri.
Per piacere uscite, chiudete la porta e andate di là a guardarvi la tv, che qui mi inacidite il latte.
Voglio rimanere solo con chi mi nutre. Perchè ci devo parlare, e se me lo distraete poi non capisce, perchè ho un linguaggio tutto particolare io.

E tu uomo con la barba ruvida, ragazzo inesperto, guardami il viso, guardami le mani, io ti parlo con il mio corpo. Volente o nolente ti sono caduto in braccio, e armato di biberon e pazienza, dovrai capire se sto latte mi piace come me lo dai.
Potrai anche pulirmi e lavarmi senza emozioni come fa l’operatore ecologico per un pozzo nero, è un lavoro e va fatto (hey ti ho visto che svicoli sempre e lasci fare a mamma, ma ne riparliamo un’altra volta), ma il latte è importante.

Ho sempre una fame dannata ma non per questo me lo devi sparare in corpo come se spegnessi un incendio con l’idrante, e poi se mi arriva troppo facile mi perdo il meglio: succhiare . E’ un piacere immenso ciucciare, non vedi come sono contento? Prova a mettermi il dito mignolo in bocca per capire quanto sono affamato!!
E allora sto biberon non troppo verticale!
Ma… non ti offendere, se riesco ad attaccarmi a una tetta… dico… è meglio!

E ancora la nostalgia per quei bei tempi passati, mi prende.
Giusto di mattina, a colazione, quando il latte me lo mettete nella tazza e non lo succhio più.
Certo ci sono i biscotti, che buoni, da inzupparci, ma ho ancora i movimenti un po’ distratti e la tua voce mi rimprovera ancora una volta “Ma Giacomo! Pasticcione!”
E io che sto li con lo sguardo colpevole, e il dito che naviga distrattamente giocoso nel latte versato sul tavolo.
Ti strappo sempre un sorriso.