{Pillo ricorda}

Cortesia e Coraggio

Posted in Immaginare by pillos on marzo 19, 2010

by Tim Frost

« Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori,
le cortesie, l’audaci imprese io canto [..]
» (Incipit, Orlando Furioso)

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Ricetta di famiglia

Posted in Comunicare, Mangiare by pillos on marzo 17, 2010

by Derrick Chow

Questa sera cuciniamo le lasagne. E’ un piatto tipico italiano e la versione che ci accingiamo a preparare è quella più semplice che prevede quattro ingredienti principali: la pasta per lasagne, la carne per il ragù, la besciamella, il parmigiano.

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Solitudine libera

Posted in Viaggiare by pillos on marzo 12, 2010

by Rob Dunlavey

Vi vedo ogni giorno, sempre uguali, le stesse facce. Ormai non vi distinguo più e allo stesso tempo siete sempre gli stessi. Giacca e cravatta nella berlina, la pelliccia nel SUV, il giubbotto di pelle nell’utilitaria. (more…)

Dr Jeckill e Mr Hyde

Posted in Immaginare by pillos on febbraio 19, 2010

[…] Durante i suoi studi sulla psiche umana e le riflessioni morali sulla propria condotta, il dottor Henry Jekill giunge ad una conclusione:
« Sia sul piano scientifico che su quello morale, venni dunque gradualmente avvicinandomi a quella verità, la cui parziale scoperta m’ha poi condotto a un così tremendo naufragio: l’uomo non è veracemente uno, ma veracemente due. » […] (The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde, 1886)

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Padre, Madre

Posted in Citare by pillos on aprile 22, 2009

[…] Mia madre mi disse – Non devi giocare con gli zingari nel bosco […]

[…] C’è lì un posto lo ha lasciato tuo padre, non dovrai che restare sul ponte e guardare le altre navi passare […]

Song of Childhood

Posted in Citare by pillos on aprile 14, 2009
wenders_rem

photo by Hellis Pelizzari

“Song of Childhood”  di Peter Handke

Quando il bambino era bambino,
se ne andava a braccia appese,
voleva che il ruscello fosse un fiume,
il fiume un torrente,
e questa pozza, il mare.

Quando il bambino era bambino,
non sapeva di essere un bambino,
per lui tutto aveva un’anima
e tutte le anime erano un tutt’uno.

Quando il bambino era bambino,
su niente aveva un’opinione,
non aveva abitudini,
sedeva spesso a gambe incrociate,
e di colpo sgusciava via,
aveva un vortice tra i capelli
e non faceva facce da fotografo.

Vedo e Prevedo

Posted in Immaginare by pillos on aprile 8, 2009
Maghetto

photo by Freak Out! aka Emiliano Aranguren

Zot Puff Sbam

Appaio in una nuvola di fumo azzurro, con tanto di lampi, botti e schianti.

Oplà, eccomi qua. Sono il vostro maghetto preferito! Il Maghetto Buribù.
Io prevedo, stravedo e intravedo. Scruto, osservo e replico. Ipotizzo, analizzo e concludo.
E voi maghi sedicenti, veggenti dalla lingua lunga, divulgatori di credenze e bufale, fatevi da parte!
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Va dove ti porta il cane

Posted in Viaggiare by pillos on aprile 8, 2009
guinzaglio

photo by Allmightymo

E tu pedone della ciclabile
munito di cane deambulante,
tu che rendi del guinzaglio
teso il tuo pensiero al suo
e seguendo di un giornale steso
parole segui il suo olfattivo
peregrinare.
Tu che vaghi indolente sul ciglio,
vai dove ti porta il cane.
E io che del pedale ne ho fatto
un mestiere quotidiano,
che levitando sul terreno calco
poco suolo
freno,
suono,
a volte dico,
va dove ti porta il cane.

Il Rifugio

Posted in Immaginare, Iniziare by pillos on aprile 7, 2009
rifugio

photo by The Shopping Sherpa

Il cielo è grande ma non ne vedo la profondità. E’ un fondale blu e ci passano davanti gli aerei, le nuvole, gli uccelli, tutti indistintamente lontanissmi. Poi ogni tanto qualcuno spegne la luce e diventa tutto buio. Un po’ come quando si spegne la luce con l’interruttore nella stanza.
Stanza, pareti, soffitto. Anche il soffitto è distante, lontano come il cielo.

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Consider hyperspace

Posted in Comunicare, Immaginare by pillos on marzo 31, 2009
hyperspace21

edit by Pillo

Ian M. Banks è una autore di fantascienza che ha, secondo me, la capacità di descrivere concetti e oggetti che arrivano dalla sua fantasia, usando paragoni reali così da renderli immediatamente fruibili al lettore. E un riferimento reale, tangibile e immediato,  è qualcosa che stimola e aiuta. E allora saltano fuori dai suoi romanzi alieni dalle forme feline, macchine pensanti a forma di vassoi o menti artificiali a forma di vasi opalescenti.

L’iperspazio è uno di quei concetti che non sono molto facili da descrivere. Gli autori di romanzi e i registi si sbizzarriscono sempre con molti espedienti, ma il ricordo che ne abbiamo è sempre molto vago.

Riporto qui un brano (in originale e tradotto da Gianluigi Zuddas) tratto da La Mente di Schar (tit. originale Consider Phlebas) che descrive l’iperspazio.

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