Cortesia e Coraggio
« Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori,
le cortesie, l’audaci imprese io canto [..] » (Incipit, Orlando Furioso)
Ricetta di famiglia
Questa sera cuciniamo le lasagne. E’ un piatto tipico italiano e la versione che ci accingiamo a preparare è quella più semplice che prevede quattro ingredienti principali: la pasta per lasagne, la carne per il ragù, la besciamella, il parmigiano.
Solitudine libera
Vi vedo ogni giorno, sempre uguali, le stesse facce. Ormai non vi distinguo più e allo stesso tempo siete sempre gli stessi. Giacca e cravatta nella berlina, la pelliccia nel SUV, il giubbotto di pelle nell’utilitaria. (more…)
Dr Jeckill e Mr Hyde
[…] Durante i suoi studi sulla psiche umana e le riflessioni morali sulla propria condotta, il dottor Henry Jekill giunge ad una conclusione:
« Sia sul piano scientifico che su quello morale, venni dunque gradualmente avvicinandomi a quella verità, la cui parziale scoperta m’ha poi condotto a un così tremendo naufragio: l’uomo non è veracemente uno, ma veracemente due. » […] (The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde, 1886)
Padre, Madre
[…] Mia madre mi disse – Non devi giocare con gli zingari nel bosco […]
[…] C’è lì un posto lo ha lasciato tuo padre, non dovrai che restare sul ponte e guardare le altre navi passare […]
Song of Childhood
“Song of Childhood” di Peter Handke
Quando il bambino era bambino,
se ne andava a braccia appese,
voleva che il ruscello fosse un fiume,
il fiume un torrente,
e questa pozza, il mare.
Quando il bambino era bambino,
non sapeva di essere un bambino,
per lui tutto aveva un’anima
e tutte le anime erano un tutt’uno.
Quando il bambino era bambino,
su niente aveva un’opinione,
non aveva abitudini,
sedeva spesso a gambe incrociate,
e di colpo sgusciava via,
aveva un vortice tra i capelli
e non faceva facce da fotografo.
Vedo e Prevedo
Zot Puff Sbam
Appaio in una nuvola di fumo azzurro, con tanto di lampi, botti e schianti.
Oplà, eccomi qua. Sono il vostro maghetto preferito! Il Maghetto Buribù.
Io prevedo, stravedo e intravedo. Scruto, osservo e replico. Ipotizzo, analizzo e concludo.
E voi maghi sedicenti, veggenti dalla lingua lunga, divulgatori di credenze e bufale, fatevi da parte!
(more…)
Va dove ti porta il cane
E tu pedone della ciclabile
munito di cane deambulante,
tu che rendi del guinzaglio
teso il tuo pensiero al suo
e seguendo di un giornale steso
parole segui il suo olfattivo
peregrinare.
Tu che vaghi indolente sul ciglio,
vai dove ti porta il cane.
E io che del pedale ne ho fatto
un mestiere quotidiano,
che levitando sul terreno calco
poco suolo
freno,
suono,
a volte dico,
va dove ti porta il cane.
Il Rifugio
Il cielo è grande ma non ne vedo la profondità. E’ un fondale blu e ci passano davanti gli aerei, le nuvole, gli uccelli, tutti indistintamente lontanissmi. Poi ogni tanto qualcuno spegne la luce e diventa tutto buio. Un po’ come quando si spegne la luce con l’interruttore nella stanza.
Stanza, pareti, soffitto. Anche il soffitto è distante, lontano come il cielo.
Consider hyperspace
Ian M. Banks è una autore di fantascienza che ha, secondo me, la capacità di descrivere concetti e oggetti che arrivano dalla sua fantasia, usando paragoni reali così da renderli immediatamente fruibili al lettore. E un riferimento reale, tangibile e immediato, è qualcosa che stimola e aiuta. E allora saltano fuori dai suoi romanzi alieni dalle forme feline, macchine pensanti a forma di vassoi o menti artificiali a forma di vasi opalescenti.
L’iperspazio è uno di quei concetti che non sono molto facili da descrivere. Gli autori di romanzi e i registi si sbizzarriscono sempre con molti espedienti, ma il ricordo che ne abbiamo è sempre molto vago.
Riporto qui un brano (in originale e tradotto da Gianluigi Zuddas) tratto da La Mente di Schar (tit. originale Consider Phlebas) che descrive l’iperspazio.
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