{Pillo ricorda}

Crosswords

Posted in Comunicare by pillos on febbraio 26, 2009

Basta con le lagne e i piagnistei! Basta con il ditino puntato sulla cosa che voglio e l’irritante gioco degli indovinelli, basta con il vano tentativo di comunicare telepaticamente, tanto non ci si riesce.
Bisogna fare come fanno gli adulti. Imitare il loro modo di comunicare.
Usare la voce, modulare con la bocca, schioccare con labbra e lingua.
Ovvero gnaulare cose ancora poco comprensibili.


Ma attenzione! Quel ditino puntato, quel simpatico indicare tutto ciò che c’è nel mondo si rivela la chiave di volta dell’intera faccenda.
Io punto sull’oggetto di cui voglio sapere il nome e il ragazzo dalla barba ispida mi gnaula qualcosa. Io muovo su e giù la testa in modo affermativo e lo fa anche lui contento. Punto ancora la stessa cosa ed emette ancora gli stessi versi. Uguale la cosa uguale il verso. Logico.
Però quanti strani suoni. Schiocchi, borbottii, sibili e pernacchie.
Denti, lingua, palato, labbra, gola, c’è parecchio da lavorarci su.
E poi improvvisamente anch’io dico qualcosa.
Prima sono gridolini e vocalizzi, e poi arrivano le misteriose consonanti!
E tutti battono le mani. Sorridono felici. Sorrido anch’io per fargli compagnia.
“Aua!” e mi danno da bere.
“Gacco!” se ne vedo passare uno per la strada e miagola.
“Baccio!” e mi pigliano su con loro, così posso vedere il mondo.
“Ciancia!” e dopo un po’ ricevo un bicchiere di frutti spremuti color arancione buonissimi.
“Totto!” e il pacchetto dei biscotti è finito. Che tristezza!

E poi il ragazzo ruvido e la ragazza morbida che discutono su come devo pronunciare le cose, e mi fanno ridere.
Il ragazzo ruvido sostiene che avrò tempo di imparare le parole, e per adesso gli piace un sacco ripetere con me le parole del mio linguaggio bislacco. La ragazza morbida dice che devo imparare subito bene a pronunciare e bisogna ripetere la versione corretta della parola.
Ma adesso anch’io conosco il segreto della comunicazione, anch’io posso dire la mia ed entrare in questo magico mondo di persone che parlano e si comprendono.
Il mio esordio trionfale ha il sapore di un’antica saggezza ed è frutto di attente riflessioni.
E allora esclamo: “Apptipapu tippit cotocco bitubitù cià”
Sono rimasti senza parole, colpiti dalla difficoltà del concetto.
Mi sa che dovrò spiegarlo con parole più semplici.